Ogni tanto fai una (micro) pausa!

Questo articolo è apparso nella nostra rivista «il Cervello». La rivista appare quattro volte all’anno ed è gratuita per i sostenitori della Lega svizzera per il cervello. Ordinando qui una copia omaggio potrete leggere altri articoli interessanti.
 

Se a scuola la ricreazione fa parte della quotidianità, sul lavoro e durante gli studi le pause sono quasi una rarità e spesso vengono viste come una perdita di tempo. Stando alla ricerca, però, bastano brevi pause per ridurre lo stress e per ricaricarsi.

Per combattere la stanchezza e lo stress non serve interrompere a lungo il lavoro o lo studio. Le cosiddette micropause, infatti, durano solo pochi minuti, ma bastano per approfittare di questi effetti positivi.

Dimostrato dalla ricerca
A questa conclusione è giunta una metanalisi condotta in Romania nel 2022, nell’ambito della quale sono stati valutati
22 studi che si sono chinati su questo tema. Dai vari studi è emerso che dopo una micropausa le persone si sentivano più cariche e meno stanche.

Oltre a ciò anche il rendimento migliora se si fanno delle pause, come è emerso da due studi coreani del 2022. Un gruppo di psicologi del lavoro ha indagato sugli effetti delle micropause sulla stanchezza e sulla quotidianità lavorativa degli impiegati. A tale scopo, 222 impiegati di ufficio della Corea del Sud e degli Stati Uniti sono stati invitati ad annotare più volte al giorno il grado di stanchezza, il tipo di pausa che facevano e quanto era durata. Il risultato? Chi aveva dormito male, aveva fatto più micropause, ma non solo: più micropause facevano i volontari, più si impegnavano e alla fine della giornata lavorativa si sentivano meno fiacchi.

Pause preventive
Chi pensa che le pause servano solo a rilassarsi si sbaglia. Le pause servono proprio quando crediamo di non avere il tempo di fermarci. Anche quelle preventive sono utili per evitare l’affaticamento.

Le piccole pause permettono inoltre di evitare lo stress. In Svizzera, la spossatezza emotiva sul posto di lavoro e lo stress costante sono un problema da prendere sul serio. Stando al Job Stress Index, nel nostro paese la percentuale delle persone attive professionalmente che si sentono spossate emotivamente è in rialzo: nel 2022 ha superato per la prima volta la soglia del 30%. Sempre nel 2022, la quota di persone occupate con un valore di stress nella zona critica era pari al 28,2%.

Alcuni studi dimostrano che rispetto al mattino il pomeriggio il rendimento sul lavoro diminuisce quasi della metà. Si è meno concentrati o si prendono decisioni sbagliate e così il rischio di errori è maggiore. Tutte buone ragioni per fare spesso delle micropause.

Pause personalizzate
La durata della pausa ideale è diversa per ogni persona e ognuno si ricarica a modo suo. C’è chi ha bisogno di fare un pisolino dopo pranzo o una passeggiata, e c’è chi invece si rilassa meditando o risolvendo giochi enigmistici.

Anche i giochi online possono essere rilassanti, come risulta da uno studio della Hamburg Media School. Chi durante il tempo di lavoro al computer fa un sudoku, un cruciverba o un solitario può ridurre lo stress. Inoltre, le esperienze gratificanti migliorano l’umore.

Tutto ciò evidenzia che la tecnologia e il tempo trascorso davanti a uno schermo possono giovare alle pause. Esistono persino applicazioni per smartphone e computer che impongono all’utente delle micropause (v. «il Cervello» 4/2023).

La questione della concentrazione
Anche se le micropause variano molto da una persona all’altra, l’importante è farle. Così come evitiamo di sforzare eccessivamente il nostro corpo durante un’attività sportiva, dobbiamo dare anche al nostro cervello la possibilità di riposare regolarmente. Chi continua a lavorare anche nella fase di rigenerazione del cervello rischia l’esaurimento.

A scuola è facile fare delle pause, perché la struttura stessa della giornata scolastica ne prevede diverse: dopo 45 minuti tutti si alzano, si arieggia l’aula, si cambia aula. Anche se inconsapevolmente, gli allievi si comportano in modo corretto. La regola generale della ricerca sul cervello è il principio 5 a 1: ogni 50 minuti si fanno dieci minuti di pausa. Ciò che sul posto di lavoro è difficile da fare, a scuola è un automatismo.

Una raccolta di consigli «Ecco come fare una vera e propria pausa» è disponibile in «il Cervello» 4/2023.

Il cervello è il nostro organo più importante: comanda il corpo, i sensi e le emozioni, ma in realtà lo conosciamo poco.

La Lega svizzera per il cervello sostiene la ricerca neurobiologica in Svizzera e fornisce consigli alla popolazione per mantenere sano il cervello.

Siamo integralmente finanziati dalle offerte dei privati. Contribuite anche voi alla ricerca sul cervello in Svizzera.

Fate la vostra offerta

La rivista «il Cervello»

La rivista «il Cervello» appare quattro volte all’anno e i sostenitori della Lega svizzera per il cervello la ricevono gratuitamente. Ordinate subito una copia in omaggio!   

Continua

Wir verwenden Cookies und Analysetools, um Ihnen den bestmöglichen Service zu gewährleisten. Indem Sie auf der Seite weitersurfen, stimmen Sie der Verwendung von Cookies und Analysetools zu. Weitere Informationen finden Sie in unseren Datenschutzbestimmungen ».

Ich stimme zu

Nous utilisons des cookies et des outils d’analyse dans le but de vous garantir le meilleur service possible. En continuant de surfer sur notre site, vous donnez votre consentement à l’utilisation de cookies et d’outils d’analyse. Veuillez consulter no dispositions relatives à la protection des données » pour de plus amples informations.

J’accepte