
Il ventiduenne Valiantsin Darafeyeu, dottorando presso l’Università di Basilea, riceverà la borsa di ricerca di 60 000 franchi della Lega svizzera del cervello. La sua ricerca si concentra sull’ambliopia, un disturbo dello sviluppo visivo in cui il cervello non elabora correttamente lo stimolo visivo di un occhio. L’obiettivo del suo progetto è quello di scoprire quali aree del cervello sono responsabili, un passo importante verso nuovi trattamenti.
Con la sua borsa di studio, la Lega svizzera per il cervello sostiene per un anno il lavoro scientifico di Valiantsin Darafeyeu.
In che modo l’«occhio pigro» influenza i circuiti visivi del cervello?
La ricerca premiata con la borsa di studio della Lega svizzera per il cervello del valore di 60’000 franchi vuole comprendere come mantenere intatta l’acuità visiva delle persone con un cosiddetto «occhio pigro». Chi soffre di questo disturbo visivo non vede bene perché il suo cervello non è in grado di elaborare correttamente i segnali. Valiantsin Darafeyeu, giovane ricercatore dell’Università di Basilea vincitore della borsa di studio, sta studiando nuovi approcci scientifici a questa patologia.
L’«occhio pigro», noto anche come ambliopia, è un disturbo visivo dell’età evolutiva, in cui il cervello non elabora correttamente le percezioni sensoriali dell’occhio, con conseguente riduzione dell’acuità visiva. Circa il tre per cento della popolazione mondiale è colpita da questa patologia. A molti pazienti vengono applicate lenti a contatto o bende, tuttavia spesso queste misure si rivelano insufficienti per correggere il deficit visivo, poiché l’ambliopia non è dovuta a un problema fisiologico dell’occhio, ma al modo in cui il cervello elabora e interpreta gli stimoli visivi.
Come funzionano le vie ottiche?
Per capire come l’ambliopia si ripercuota sulla vista, può essere utile capire come funzionano le vie ottiche nel cervello. Nella corteccia visiva, il principale centro nel cervello preposto alla vista, vi sono due vie di impulsi che collaborano tra loro e che danno un senso alle immagini percepite dai nostri occhi:
- la via afferente (feedforward) trasmette le informazioni dagli occhi alla corteccia visiva, comunicandoci cosa abbiamo di fronte noi;
- successivamente, la via efferente (feedback) invia le informazioni dalle regioni cerebrali superiori alla corteccia visiva, aiutandoci a interpretare ciò che vediamo, per esempio se un oggetto è parzialmente nascosto.
Le persone affette da ambliopia impiegano più tempo a riconoscere i contorni e non percepiscono l’ambiente come un tutt’uno, ma lo esplorano gradualmente con gli occhi. Ciò corrobora la tesi di Valiantsin Darafeyeu secondo la quale l’ambliopia comprometterebbe soprattutto la via efferente e meno quella afferente.
La ricerca di Valiantsin Darafeyeu promette risultati eccezionali e nuovi approcci terapeutici. Per questo motivo, tra i tanti progetti pervenuti, il comitato della Lega svizzera per il cervello ha scelto il suo in quanto particolarmente promettente.
Nuovo metodo di ricerca
Il progetto di ricerca Darafeyeu studia le modalità in cui l’ambliopia modifica le vie ottiche. A tale scopo, il giovane dottorando dell’Università di Basilea utilizza tecniche innovative di imaging, con le quali misura l’attività delle vie afferenti ed efferenti nella corteccia visiva delle cavie da laboratorio. Confrontando le cavie con e senza ambliopia, Darafeyeu può analizzare sia singole cellule cerebrali che reti neurali più grandi.